Yoga con Sammy - Insegnante Yoga a Modena e dintorni
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5/5/2020 0 Commenti

Kapalabhati pranayama -lucidatura del cranio-

Kapalabhati significa lucidatura del cranio. Si espira contraendo i muscoli addominali buttando rapidamente fuori l’aria e l’inspirazione successiva avviene passivamente con il rilascio dei muscoli. Questo pranayama porta ad aumentare il calore interno e a rendere la mente più lucida e attiva. L’attenzione è nel fare correttamente il movimento addominale che permette l’espirazione dell’aria. Mentre si attua la contrazione andrebbero attivati il mula bandha (il banda della radice) e l’uddiyana Bandha. Alla fine di ogni ciclo (che può avere una durata variabile a seconda del praticate) si termina con una lunga e lenta inspirazione, si trattiene in Kumbakha (polmoni pieni) premendo la lingua contro il palato, poi lentamenti si rilascia e si riprende la normale respirazione.
Ha un effetto purificante sui polmoni, ed è una buona pratica per i disturbi respiratori. Equilibria e rinforza il sistema nervoso, e tonifica gli organi digestivi. Purifica le nadi (vedi articolo precedente) e rimuove da distrazioni sensoriali. Da energia alla mente ed elimina la sonnolenza.
 Controindicazioni: non deve essere praticato da chi soffre di disturbi cardiaci, ipertensione vertigini, epilessia, infarto ernia ulcere. Non possonopraticarlo donne in gravidanza.

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5/5/2020 0 Commenti

Ujjaiy Pranayama

Il respiro del vittorioso. Questo tipo di respirazione viene fatta mantenendo epiglottide strozzata in modo che l’aria passandoci attraverso produce un suono simile ad un sibilo. E’ un tipo di respirazione che facendola produce calore dal nostro interno e ci aiuta a mantenere la mente focalizzata.
Andrebbe usata durante tutta la pratica di Vinyasa
Personalmente l’ho usata e mi ha aiutato spesso in montagna. Quando c’è molto freddo e bisogna smetterla di tremare (a volte non solo per il freddo) quando si è in situazioni un po’ estreme in cui servono calma, mente lucida, concentrazione. Il respiro ujjaiy ti riscalda da dentro e ti “riporta a casa”.
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5/5/2020 0 Commenti

Viloma Pranayama

Vi significa “contro” loma=”pelo”, “capello”. Quindi viloma viene tradotto come contropelo. E’ una respirazione frammentata che serve a generare un controllo più sottile sul flusso dell’aria quindi per aumentare la durata delle fasi del respiro e preparare ritenzioni prolungate.
Questa respirazione è composta da due fasi.
Prima di iniziare andremo a prendere il nostro battito radiale facendo scorrere il pollice dx lungo il sn arrivando alla base del nostro polso dovremo sentirlo. Il battito radiale sarà il nostro manometro.
A quel punto possiamo iniziare la prima fase:
Fase uno: Dopo aver espirato completamente i polmoni inspiro per due secondi e trattengo due secondi, in due trattengo per due e così via fino a che non avrò riempito completamente i polmoni. Li trattengo per 5 secondi attivando il mula bandha e il jalarabhanda premendo la lingua contro il palato e poi lentamente rilascio.
Fase due: Dopo una profonda inspirazione inizio ad espirare a tratti come ho fatto per l’inspiro. A polmoni completamente vuoti posso attivare 5 secondi il jalarabandha e poi riprendere la respirazione normale.
Il vilomama pranayama completo consiste nell’unire i due cicli di seguito. Può essere di aiuto la visualizzazione di una scala: partendo dal basso ogni inspirazione è un gradino che si sale, si raggiunge la cima della scala quando si è a polmoni pieni, si trattiene 5 secondi poi si ridiscende e ogni gradino è un frammento di espirazione fino a che non si è tornati alla partenza.
Perfezionamento: Aumentare il numero di gradi. Per farlo occorre ridurre la quantità d’aria.
Benefici: questo pranayama normalizza la pressione arteriosa, migliora gli stati di iper e ipotensione. La fase a è più rinfrescante e dinamizzante, mentre la fase B è più sedativa e può aiutare ad addormentarsi.
Viloma pranayama camminando: Essendo così ritmata si presta bene durante la fase di marcia in natura. Es.: Si cammina inspirando per i primi 4 passi, ed espirando per altri 4.

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5/5/2020 0 Commenti

Pranayama e Bandha

Foto

​La respirazione yogica completa è formata da quattro fasi
: L’inspirazione(puraka), la ritenzione a polmoni pieni (kumbakha), l’espirazione (rechaka) e la ritenzione a polmoni vuoti (suniaka).
Prima di iniziare a fare gli esercizi di pranayama è utile fare padahirasana, una tecnica che serve per liberare bene le narici. Si fa intrecciando gli avambracci davanti al petto e portando le mani sotto alle ascelle. Da li si attua una leggera pressione. In modo particolare si andrà a fare più pressione sotto all'ascella opposta della narice chiusa.
Nell'inspirazione il respiro viene portato in profondità, espandendo l’addome, il torace e il petto. In questa fase il diaframma si abbassa per lasciare spazio ai polmoni. Anche tutti gli organi addominali e le viscere che si trovano sotto al diaframma si muovono verso il basso dove incontrano il diaframma pelvico che, se non contratto si espande.
Il diaframma toracico è una lamina muscolo tendinea che separa il torace dall'addome. Viene anche chiamato secondo cuore, perché non smette mai di funzionare. Il suo funzionamento incide sia sulla respirazione che sulla postura.
L’escursione del diaframma durante una respirazione normale a riposo è mediamente di circa 1,5 cm che si traduce in un’immissione di aria di poco superiore a 0,5 litri, pari a 6/7 litri di aria al minuto. Nella respirazione yogica completa, il diaframma muovendosi in tutta la sua capacità di movimento immette una quantità d’aria pari a quasi 2,8 litri che si traduce in 80 litri di aria al minuto!
Per ottimizzare, incanalare al meglio la nostra energia impariamo ad attivare i nostri diaframmi.
Nello yoga questi diaframmi rappresentano i bandha. La parola bandha dal sanscrito significa “chiusura” Luchetto” e sono tre:
Il diaframma pelvico viene chiamato Mula Bandha. La parola mula dal sanscrito significa radice, per questo viene anche chiamato il banda della radice. Per attivarlo si contraggono i muscoli del pavimento pelvico. Generalmente questo banda viene attivato nella fase di ritenzione a pieno quindi in kumbaka ed ha anche una funzione di protezione e contenimento delle nostre viscere addominali. Salendo troviamo il secondo bandha che si trova a livello del diaframma toracico. Si chiama uddiyana banha. Uddiyana significa “elevarsi”, portare verso l’alto. La sua attivazione avviene generalmente nella fase di ritenzione a vuoto, quindi nel suniaka. Viene fatta attivando il diaframma e spingendo gli organi addominali verso l’alto e verso la colonna vertebrale. Controindicazioni: persone che soffrono di colite, ulcere intestinali, ernie diaframmatiche, e problemi addominali in genere. Benefici: Stimola la funzione del pancreas del fegato e rinforza e rinforza gli organi interni. Si rilascia poi inspirando lentamente e controllo. Il terzo bandha si trova a livello della gola. Si chiamna Jalandhara bandha. Jalandhara significa “rete”, “maglia” e viene attivata portando il mento verso la fossetta clavicolare chiudendo quindi la gola. Può essere fatto sia nella ritenzione a pieno, in kumbakha che in suniakha. Quest’ultimo banda regola il flusso del sangue e del prana al cuore, alle ghiandole del collo, alla testa e al cervello. Può essere controindicato in caso di artrosi cervicale, alta pressione intercranica vertigini, ipertensione e disturbi cardiaci.
Quindi ricapitolando la terminologia:
Inspirazione: Puraka
Kumbakha: ritenzione a polmoni pieni
Espirazione: R
echaka
Suniakha: ritenzione a polmoni vuoti
Mula bandha: bandha della radice, diaframma pelvico
Uddiyana Bandha: banda del diaframma toracico
Jalandhara bandha: chiusura della gola 

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